Gran parte del territorio italiano è subordinato alle limitazioni imposte dalle norme sul vincolo paesaggistico (Decreto Legislativo 22 gennaio2004, n.42 Codice dei beni culturali e del paesaggio). Come bisogna comportarsi quando c’è la necessità di eseguire degli interventi sul proprio immobile, ma questo sorge in una zona sottoposta a vincoli paesaggistici? Questa casistica è meno remota di quel che può sembrare, specialmente in un Paese come l’Italia e per comprendere meglio la questione è importante chiarire in cosa consistono questi vincoli e per quali finalità sono stati istituiti.

 

Quando si parla di vincolo paesaggistico, si intende uno strumento di legge introdotto per salvaguardare immobili che hanno un particolare pregio dal punto di vista storico o artistico, oppure aree territoriali che hanno un elevato pregio paesistico/paesaggistico. I vincoli sono stati introdotti per minimizzare l’inserimento di opere edilizie nelle suddette aree e di conseguenza non sono altro che delle limitazioni alla possibilità di costruire o di eseguire interventi che prevedano modifiche sostanziali all’aspetto degli immobili.

 

Vincolo Paesaggistico

 

Questo però non implica che in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico sia assolutamente proibito edificare o effettuare interventi, ma solo che bisogna interpellare le autorità competenti, le quali valuteranno la fattibilità del progetto e (in caso positivo) rilasceranno l‘autorizzazione a procedere con i lavori previsti.

 

A differenza degli interventi di edilizia eseguiti in aree non sottoposte a vincolo, il Comune non è l’unico ente preposto a decidere ma è subordinato alla Regione, che a sua volta è soggetta alle decisioni vincolanti della Soprintendenza.

 

Ogni Regione ha il suo piano paesaggistico, il quale è redatto con la collaborazione del Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo sulla base delle caratteristiche specifiche e singolari di ogni territorio.

 

 Come verificare la presenza del vincolo paesaggistico.

 

Per verificare la sussistenza di un vincolo paesaggistico su una abitazione sulla quale si vuole intervenire, bisogna consultare le specifiche cartografie e relative legende del PTPR.  

 

Paesaggio naturale

 

Paesaggio insediativo

 

Una volta appurata la presenza del vincolo paesaggistico, è necessario procedere con una apposita autorizzazione prima di avviare i lavori. Sebbene l’iter burocratico negli ultimi anni sia stato semplificato, continua a basarsi sulla presentazione di svariati documenti da parte del cittadino, sotto la specifica consulenza di un tecnico abilitato a farlo come un architetto.

 

Procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica.

 

Il DPR 139/2010 ha introdotto delle novità nell’ambito della richiesta dell’autorizzazione paesaggistica. Nello specifico, tale Decreto ha dato avvio a un iter semplificato e snellito sotto il profilo dei tempi per tutti quegli interventi considerati a basso impatto che ricadono in aree soggette a vincolo paesaggistico.

 

L’istanza di autorizzazione è accompagnata da una Relazione Paesaggistica semplificata che viene redatta da un tecnico abilitato come un architetto. Ad essere agevolate da questa procedura, sono le opere edilizie di scarso impatto.

 

Negli altri casi occorre invece procedere con l’autorizzazione ordinaria, che rispetto alla procedura semplificata, prevede delle tempistiche più lunghe e risulta anche necessaria in specifici contesti.